IL 25 APRILE CON GLI OCCHI DI PAOLO

IL 25 APRILE CON GLI OCCHI DI PAOLO

02/05/2020



Una bella riflessione sul 25 aprile inviataci da un iscritto ed ex Segretario Generale di Federazione Territoriale sulla sua esperienza con i reduci dei conflitti mondiali

"Per meglio capire il 25 aprile.

So che in questo periodo di quarantena talvolta ci annoiamo. Così ho pensato di scrivere queste righe sperando di non annoiarvi ancora di più....

Sabato scorso abbiamo "Festeggiato" il 25 aprile la cui importanza ed il significato, tutti noi, ben conosciamo. Una ricorrenza alla quale, da ragazzo, non davo alcun particolar significato, forse perché non capivo, finché...
Nel 1983, dopo 16 anni di marina militare, ho vinto un concorso come impiegato e sono stato assegnato al Distretto Militare di Cagliari. La mia mansione (Addetto alla certificazione) prevedeva, tra l'altro, il rilascio dei documenti  matricolari da utilizzare nel computo pensionistico. Una legge del 1985 (la n. 140) riconosceva agli ex combattenti dei due conflitti mondiali, 15/18 e 40/45, 15 mila lire (Poi diventate 30). Ovviamente tutti gli uffici, e in primis il mio e per un lunghissimo periodo, vennero presi d'assalto per ottenere il foglio matricolare aggiornato e per poter, quindi, ottenere da parte dell'INPS, la cosiddetta 'Maggiorazione sociale dovuta agli ex combattenti". Buona parte dei suddetti fogli matricolari, in particolar modo quelli della 2^ guerra, non erano però aggiornati né, ovviamente contenevano l'attestato dei cicli operativi a cui avevano partecipato e che davano diritto al beneficio economico. Ciò era dovuto al fatto che molti ruolini dei reparti (I ruolini dei reparti avevano la stessa funzione dei giornali di chiesuola a bordo delle navi) che non erano rientrati in patria andarono dispersi. Basti pensare all'ecatombe sul teatro operativo nei Balcani, quello russo (Armir Csir, ecc), la sconfitta in Africa Orientale o a quei reparti che sui vari fronti si dispersero o vennero fatti prigionieri o, anche, allo sbandamento successivo all'8 settembre. Per cercare quindi di ricostruire e completare la documentazione mancante ci servivamo dell'aiuto dei ruolini di marcia dei reparti e degli Enti disciolti  così come attingevamo dai  ruoli matricolari della leva nei Distretti, dall'ufficio storico dell'esercito ecc. Per molti reduci non si trovavano neppure i fogli notizie resi durante gli interrogatori che venivano effettuati all'atto del rientro in Italia, subito dopo la guerra, nei centri di raccolta e di rimpatrio nel Brennero (Bolzano, San Candido, Vipiteno e, per i rimpatri via mare, ad Afragola). Per molti di questi reduci, in particolar modo sardi, anche il viaggio di rientro in patria fu faticoso impiegando talvolta mesi per poter finalmente rientrare a casa dai luoghi di provenienza. Si pensi che molti di loro provenivano dai campi di prigionia in India, in Australia ma anche negli Stati Uniti. La ricostruzione dei documenti matricolari quindi, iniziava con la richiesta agli interessati di un foglio notizie nel quale riportare le generalità, la dislocazione e gli spostamenti deirispettivi reparti, dei loro comandanti ma anche di commilitoni, il tutto per ricostruire la loro "Storia militare". A molti di loro, poco scolarizzati, facevamo le domande trascrivendo noi stessi i loro racconti, indispensabili come base per iniziare le ricerche. Proprio nell'ascoltare queste storie di sacrifici, di fame, di paura, di dolore, di sofferenze per le famiglie lontane delle quali ignoravano spesso le sorti, degli orrori inauditi sui campi di battaglia e di prigionia, sui rastrellamenti, sulla vita nelle montagne più impervie come partigiani, braccati dalle truppe nazi-fasciste. Solo allora ho compreso in pieno il significato della guerra, del 25 aprile e non solo. Ricordare chi ha vissuto quei tragici eventi, anche se oggi non ci sono più, ci aiuta a capire coloro che ci hanno consentito (ed a caro prezzo) di essere quello che siamo noi oggi e che, talvolta, non riusciamo neanche ad apprezzare. Ecco perché, da allora, attribuisco al 25 aprile un significato particolarmente profondo. Ma dopo di loro ci sono quelli che hanno vissuto da fanciulli e da ragazzi il triste periodo bellico ma che, da adulti, hanno fatto risorgere il nostro paese dalle rovine fisiche e morali della guerra e non solo, sono anche quelli che ci hanno dato in eredità, con il loro impegno politico e sociale, un paese democratico ed organizzazioni come la nostra, a difesa e a tutela dei lavoratori in attività e in quiescenza e con cui oggi, 1 maggio, noi festeggiamo quel bene prezioso che spesso ci manca: il lavoro. Molti di questi anonimi eroi, ormai 80enni e 90enni, in queste ultime settimane li abbiamo ripagati lasciandoli in solitudine, al loro destino nelle RSA..
Come disse non so chi <così va la vita>...e, aggiungo io: si, così va la vita ...ma spesso è proprio ingrata.
Buona serata e buon 1 maggio a tutti"

 Paolo Melis